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Italy Private Equity Confidence Survey

Outlook per il secondo semestre del 2025

Prospettive e fiducia degli operatori PE in Italia tra evoluzione macroeconomica e nuove opportunità di investimento

Dopo un inizio 2025 segnato da incertezze legate alla politica internazionale e al rallentamento del sentiment, il mercato italiano del Private Equity affronta il secondo semestre con uno scenario più articolato. La 46ª edizione della Survey semestrale di Deloitte Private, fotografa le prospettive e le strategie degli operatori attivi nel mid-market italiano, restituendo una visione realistica ma costruttiva del contesto.

Nonostante le tensioni geopolitiche e il ruolo instabile degli Stati Uniti nello scenario globale, il 70% degli intervistati intravede effetti positivi derivanti dalle attuali politiche monetarie espansive, sostenute anche da strumenti europei come il PNRR e il Next Generation EU.

 

L'indagine è stata creata in collaborazione con AIFI (Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt) e l’Osservatorio PEM (Private Equity Monitor) di LIUC Business School per quanto riguarda la raccolta della serie dati storica e le relative analisi settoriali.



Il polso del mercato: stabilità nei volumi, fiducia selettiva

 

Il primo semestre 2025 si è chiuso con 249 deal finalizzati: il miglior risultato mai registrato nei primi sei mesi dell'anno. Per i mesi a venire si prevede un numero leggermente inferiore, ma l’86% degli operatori ritiene che il quadro economico italiano si manterrà stabile o in miglioramento. Per quanto riguarda le operazioni previste, cala l’interesse per i deal tra 31 e 50 milioni, mentre cresce l'attenzione per le fasce 16–30 milioni e 51–100 milioni di euro.

 

Strategie finanziarie: cresce il private credit
 

Nel secondo semestre 2025, il finanziamento tramite banche commerciali si conferma la modalità preferita dagli operatori di Private Equity, adottata dal 53,6% del campione. Tuttavia, si registra una significativa riduzione rispetto ai semestri precedenti. Parallelamente, il private credit conquista terreno e viene scelto dal 28,6% degli operatori, a testimonianza di una crescente apertura verso fonti di finanziamento alternative, più flessibili e adatte a un contesto in continua evoluzione.
 

Opportunità emergenti: Manifattura, Food & Beverage e Life Sciences & Healthcare
 

La manifattura si afferma come il comparto più attrattivo, indicato dal 23,8% degli intervistati. Seguono il Food & Beverage, con un interesse pari al 14%, e il settore Life Sciences & Healthcare, che raggiunge il 12,8%. In aumento anche l’attenzione verso il terziario avanzato. Le strategie di investimento tendono a privilegiare aziende resilienti, capaci di adattarsi rapidamente ai cambiamenti e orientate all’innovazione.

ESG e Intelligenza Artificiale: pilastri strategici

L’ESG non è più un optional: il 23,1% dei rispondenti integra già i criteri ESG in fase di due diligence, mentre il 17,7% li considera leva di creazione di valore. Anche l’Intelligenza Artificiale entra stabilmente nelle valutazioni: l’84% degli operatori la include tra i fattori di analisi, il 21,4% come driver chiave nelle decisioni.
 

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