Nella quarantaquattresima edizione della Private Equity Survey, studio semestrale condotto da Deloitte Private con il supporto di AIFI, emerge un crescente ottimismo fra gli operatori del settore, come confermato dal Deloitte PE Confidence index che si attesta a 112 punti, con un numero di deal atteso pari a 210. Per il 90% degli operatori, infatti, il panorama economico italiano vedrà un miglioramento o una stabilizzazione nei prossimi 6 mesi. I principali trend trasformativi si confermano l’intelligenza artificiale, l’attenzione alle dinamiche ESG, gli incentivi del PNRR e del Next Generation EU e il consolidamento del private credit, che assume un ruolo sempre più centrale nel settore del Private Equity italiano.
I fondi di private Equity, durante la fase di investimento, tengono fortemente in considerazione le strategie ESG, l’utilizzo dell'artificial intelligence e il ricorso a iniziative PNRR e Next Generation EU, che rappresentano delle rilevanti direzioni strategiche future. Il 95% degli operatori adotta pratiche a supporto delle strategie ESG nella fase di investimento o di gestione. Nella selezione di un’azienda target, circa il 70% degli operatori dichiara di tener conto dell’adozione dell’intelligenza artificiale, per il 21,0% rappresenta un fattore principale paragonabile con il business model e la qualità del management, mentre per il 45,6% rimane un criterio secondario. Infine, il 56,2% degli operatori pianifica di utilizzare iniziative Next Generation EU e PNRR nei prossimi 6 mesi, di cui il 42,1% per una porzione compresa fra l’1% ed il 25% delle partecipate.
Le operazioni che stanno riscontrando un significativo aumento di interesse per gli operatori, rispetto alla passata edizione, sono gli investimenti in operazioni di LBO/Replacement, in crescita del 9,5% e quelle di Expansion Capital con un incremento del 3,9%. Le operazioni di supporto a MBO/MBI e Start-up financing registrano invece un trend opposto, con una diminuzione rispettiva del 8,3% e del 3,4%. Anche per quanto riguarda le fonti di finanziamento emerge un importante cambiamento: il 10,5% degli operatori ha fatto ricorso per operazioni di acquisition financing a fondi di private credit negli ultimi 6 mesi e il 15,8% prevede di farlo nel prossimo semestre. Si conferma una tendenza positiva anche per i deal di maggiore entità, con gli investimenti sopra i 51 milioni di euro in aumento del 5,7% rispetto al periodo precedente.
Il 43,9% degli operatori prevede un aumento dei disinvestimenti nei prossimi sei mesi, con una crescita significativa del 23,2% rispetto al periodo precedente. A supporto di ciò, cresce l’ottimismo verso la valorizzazione dei portafogli, atteso dal 59,6% degli intervistati e in aumento del 14,8% rispetto al semestre precedente. Le strategie di way-out principali rimangono invariate, con il Trade Sale che si conferma l’opzione preferita seguita dal Secondary Buy Out, MBO/Buy Back, Write-off e IPO. Parallelamente alle prospettive di un aumento dei disinvestimenti, anche per il numero di investimenti è prevista una crescita o una stabilizzazione da parte degli operatori; infatti, il 47,4% stima un incremento dei deal e il 42,1% non si aspetta cambiamenti.
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