Adriano Montieri

Perché Deloitte?

La verità è che non ho scelto io Deloitte. Ero un designer in una società di marketing, un giorno arriva il capo e ci comunica che saremmo stati assorbiti da una grande società di consulenza. Avevo mille domande sul mio futuro di creativo quando siamo entrati in Deloitte ma ho cercato di adattarmi a quel mondo che sembrava così lontano da me. Non sempre è stato facile ma da quel giorno sono cambiate tante cose. Oggi posso dire di essere diverso, oggi sono quello che non sapevo di poter diventare: un consulente creativo. I miei due mondi si sono incrociati, ho percorso strade diverse e ascoltato nuovi punti di vista, ho avuto la possibilità di essere quello che volevo essere, arricchendolo con qualcosa in più. E anche se non ho scelto io Deloitte, adesso sono io che ho scelto di restare.

Qual è la parte più interessante o sorprendente del tuo lavoro?         
Sicuramente l'incontro tra mondi che possono sembrare lontani e che, intorno a un tavolo, insieme riescono a creare qualcosa di unico.

C’è stato un momento in cui hai pensato di essere di ispirazione per gli altri? Quando ci sono stati momenti di sconforto ho cercato di trasmettere agli altri la mia serenità, ho cercato di essere un punto di riferimento prima come persona e poi come collega.                   

Puoi descrivere l’evoluzione del tuo percorso di carriera a partire dal tuo ingresso in Deloitte?    
Il mio percorso di carriera è stato abbastanza veloce, ho iniziato come Analyst ma ogni anno sono riuscito a crescere, con forza di volontà e passione.      

Qual è stato il tuo successo più rilevante?
Essere un punto di riferimento per alcuni clienti, progetti e team.

Come vedi il tuo futuro tra 5 anni?
Sarò un direttore creativo, con una famiglia. Sarò felice perché avrò realizzato tutti i sogni che avevo nel cassetto.