È stata pubblicata la nona edizione dello studio Deloitte sull’industria orologiera. Il report è frutto di una ricerca condotta tra agosto e settembre 2022 tra 70 dirigenti di alto livello del settore e su 5.579 consumatori nei primi mercati di esportazione degli orologi svizzeri: Cina, Francia, Germania, Hong Kong, Italia, Giappone, Singapore, Svizzera, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito e Stati Uniti.
Nel complesso, ci si aspetta un raddoppio del giro d’affari nel mercato e-commerce entro il 2030 e 35 miliardi di franchi svizzeri di crescita mondiale del mercato dell’usato.
La maggioranza dei dirigenti dell’industria (57%) prevede un anno favorevole per il settore orologiero. Lo scenario internazionale, con un forte aumento dell’inflazione e con l’incertezza geopolitica, ha però sensibilmente abbassato questa quota, che nell’anno passato era del 77%.
Oltre al conflitto in Ucraina, anche le tensioni fra USA e Cina impattano sulle prospettive aziendali, almeno secondo l’80% del campione.
La maggior parte dei dirigenti dell’orologiero ritiene che i negozi tradizionali saranno ancora la piattaforma di vendita più importante nel prossimo futuro. Nonostante ciò, cresce la fetta di consumatori propensi ad acquistare online un orologio nuovo: il 40% a livello globale e il 45% degli intervistati sotto i 40 anni.
Il 31% dei clienti prevede di acquistare un orologio usato nel prossimo anno e parallelamente le aziende stanno creando i propri canali di vendita dell’usato. Questo bene è sempre più popolare per millennial e Gen Z: il 48% in queste fasce è interessato all’acquisto. Le ragioni principali di questo trend: poter acquistare un orologio di lusso a un prezzo inferiore (44%), acquisto di un modello fuori produzione (29%), ottenere un orologio di seconda mano per motivi ambientali (21%).
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