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La Smart City è morta?

Dalla Smart City allo Smart Citizen: protagonista del ritorno al futuro per le città

Il nuovo modello di Smart City, in un contesto di aumento della popolazione a livello globale che andrà a plasmare le logiche di urbanizzazione, non può più basarsi sulla sola tecnologia, ma anche sulla capacità di intercettare ed interpretare i bisogni e le sensibilità della propria comunità, rendendole concrete. Del resto, “non esistono città intelligenti senza cittadini intelligenti” (Carlo Ratti) e, lo Smart Citizen, non è più un semplice utente destinatario e utilizzatore di servizi, ma rappresenta il co-creatore del percorso di evoluzione della propria città.

In una visione di una città sempre più digitale ed interconnessa, la mobilità, attuale protagonista di forti cambiamenti, rappresenta un elemento chiave per la sua evoluzione e filo conduttore per soddisfare i bisogni dei cittadini in continuo cambiamento all’interno del contesto urbano.

La realizzazione e l’efficacia di questi progetti non può tuttavia prescindere dalla conoscenza del contesto territoriale che influenza le esigenze ed aspettative degli Smart Citizens. Nel nostro paese il 77% della popolazione vive in comuni con meno di 100.000 abitanti ed è in questo contesto che vanno ideate le soluzioni di evoluzione della mobilità. Infatti, pensare di proporre soluzioni standard e troppo similari fra loro in contesti urbani come quelli italiani, che affondano le proprie radici su una concezione di comunità a forte caratterizzazione territoriale, rischierebbe di comprometterne fortemente la realizzazione ed i benefici connessi.

Resta inoltre da sottolineare come il momento sia propizio in termini di investimenti stanziati (es. NGEU) aprendo le porte ad un percorso di evoluzione del modello cittadino secondo una logica di sistema dove, partendo da una visione comune, si dia seguito ad un piano pragmatico, coinvolgendo tutti gli attori essenziali di questo cambiamento: istituzioni centrali e locali, imprese, centri di ricerca ed istruzione e cittadino.

Numerosi casi esemplificativi in Europa e al di fuori del nostro continente hanno dimostrato come l’impronta del cittadino abbia prodotto effetti tangibili ed efficaci laddove è stato coinvolto dalle istituzioni, sia dal punto di vista economico che sociale, permettendoci di riporre nuovamente l’uomo al centro degli sviluppi cittadini, accorciando il distacco con le istituzioni e dando ascolto a chi la città la vive tutti i giorni.

Tornando all’affermazione del MIT “Death to the smart city”, dobbiamo lasciarci alle spalle la visione superficiale di una Smart City basata su un utilizzo indiscriminato delle innovazioni, mentre è forte e viva la figura dello Smart Citizen, attore di un processo di evoluzione che non può non essere di sistema e basato sulla centralità dei bisogni del cittadino.

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