Comunicati stampa

Arte e iniziative culturali come risorse per la sostenibilità sociale

Presentata presso la sede di Banca Generali la prima indagine esplorativa dell’Osservatorio dell'Istituto per la Ricerca sull'innovazione trasformativa (ITIR) dell’Università di Pavia in collaborazione con Deloitte Private, ARTE Generali e Banca Generali.

Quanto è l’impatto sullo sviluppo sostenibile delle organizzazioni artistiche e culturali? Dati alla mano sono ancora pochi gli operatori del mondo dell’arte e della cultura che promuovono la misurazione e la rendicontazione di indicatori ESG legati alla cultura: solo il 38% degli intervistati conosce il Framework Culture|2030 dell'UNESCO, riferimento fondamentale internazionale per favorire la comprensione di quanto la cultura contribuisca allo sviluppo sostenibile, e solo il 7% lo utilizza. E il 34,5% non comunica alcun dato sulla sostenibilità o sulla performance sociale. Sono questi alcuni dei risultati di un'indagine condotta dall'Istituto per la Ricerca sull'innovazione trasformativa (ITIR) dell’Università di Pavia in collaborazione con Deloitte Private, ARTE Generali e Banca Generali, sulle organizzazioni che detengono beni artistici culturali o promuovono iniziative culturali come fattori determinanti per la sostenibilità. Il sondaggio è stato indirizzato a un campione di 236 organizzazioni in Italia, Germania e Francia.

Che siano profit o noprofit, L’Osservatorio intende comprendere se e come tali organizzazioni gestiscano, misurino e comunichino verso l’esterno il proprio impatto sociale e come la sensibilità su tali aspetti evolva nel tempo. Il monitoraggio e la rendicontazione degli impatti sono infatti strumenti fondamentali per incrementare il potenziale dell'arte e della cultura nella promozione dello sviluppo sostenibile, e possono supportare le organizzazioni culturali ad attrarre risorse da stakeholder, investitori e donatori.

Che quadro emerge dalla prima survey, lanciata tra luglio e settembre 2023? I beni culturali sono accessibili al pubblico e il numero di visitatori è incoraggiante, benché ancora limitato. E l’analisi condotta sui siti web delle oltre 230 organizzazioni selezionate mostra che solo il 20% si impegna a pubblicare informazioni relative alle proprie attività ed iniziative di gestione dell'arte e cultura, impegnandosi nella comunicazione trasparente delle proprie performance. La distribuzione dei report disponibili al pubblico varia inoltre a seconda del Paese di appartenenza dell’organizzazione. La Spagna, per esempio, nell’ambito del campione selezionato, mostra un incoraggiante 41,1% di organizzazioni che pubblicano un proprio report, grazie anche a una forte regolamentazione in materia di reporting. L'Italia, invece, si ferma al 12,5%.

La ricerca, inoltre, mette in luce che esiste un'opportunità significativa per ricalibrare i modelli di governance della cultura, le capacità organizzative e le competenze individuali delle persone che operano nel settore, al fine di amplificare gli impatti positivi generati e accrescere la capacità di contribuire allo sviluppo sostenibile. L'indagine, dunque, rappresenta il primo passo verso un'osservazione più ampia e sistematica dell'evoluzione dell'analisi d'impatto di arte e cultura, anche in considerazione dei recenti sviluppi normativi europei, partendo dal Green Deal per arrivare alla nuova Corporate Sustainability Reporting Directive e tenendo conto degli obblighi di rendicontazione in ambito noprofit connessi alla normativa degli Enti del Terzo Settore.

Scarica il report

“La rendicontazione dell’impatto dell’arte e della cultura da parte di enti profit e noprofit è destinato a diventare un differenziale competitivo irrinunciabile. Gli operatori pubblici e privati, profit e noprofit, non rendiconteranno con l’esclusivo intento di fare comprendere il “purpose” della loro azione, elemento che sino ad oggi aveva una caratteristica di volontarietà che ha contribuito a non renderne così diffusa l’adozione.
Gli obblighi di rendicontazione introdotti dalla Direttiva CSRD e dalla regolamentazione degli Enti del Terzo Settore implicheranno da parte delle aziende e degli enti non solo una attenzione a comunicare l’impatto, ma a rendicontarlo con indicatori universalmente riconosciuti per ottenere benefici non solo reputazionali ma anche economico-finanziari.
La partecipazione di Deloitte Private all’Osservatorio dell'Istituto per la Ricerca sull'innovazione trasformativa (ITIR) dell’Università di Pavia - in collaborazione con ARTE Generali e Banca Generali, ha l’obiettivo di osservare l’evoluzione della sensibilità alla comunicazione dell’impatto di arte e cultura sulla sostenibilità e alla sua “professionalizzazione” tramite l’adozione metriche e informative non questionabili.”

Ernesto Lanzillo, Deloitte Private Leader

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