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Open Banking, Intelligenza Artificiale e Blockchain nel futuro delle aziende italiane

Una survey di Deloitte, in collaborazione con l’Osservatorio FinTech & InsurTech del Politecnico di Milano, indaga l’innovazione nel sistema bancario

Milano, 14 maggio 2019 – L’evoluzione tecnologica e gli sviluppi dell’intelligenza artificiale al centro della quarta edizione dei FinTech Talks “The future is Now: opportunities and risks from the ongoing revolution”, evento organizzato da Deloitte in collaborazione con FinTechStage, all’interno del FinTechStage Festival 2019.

Esperti Deloitte e del mondo accademico, della finanza, di realtà innovative e delle istituzioni si confrontano oggi sull’innovazione nel sistema bancario, sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale, sul futuro della tecnologia.

Dal sondaggio condotto da Deloitte, in collaborazione con l’Osservatorio FinTech & InsurTech del Politecnico di Milano, emergono importanti informazioni su Open Banking, Intelligenza Artificiale (AI) e Blockchain.

FinTech Talks 2019

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Open Banking: sviluppo di business ma anche di competition

L’Open Banking consente al consumatore finale di condividere le proprie informazioni bancarie con le terze parti, abilitando in questo modo nuovi modelli di business. È un framework in crescita, in Italia e nel mondo, grazie a diversi fattori abilitanti, primo tra tutti la normativa PSD2 che entrerà in vigore da settembre 2019 e abiliterà di fatto operatori terzi alla fornitura di nuovi servizi.

“Riteniamo che l’apertura dei dati bancari, il cosiddetto Access to Account, avrà un impatto rilevante nell’industria bancaria, determinando con elevata probabilità il disaccoppiamento fra design e gestione dei prodotti da un lato e la distribuzione degli stessi dall’altro” spiega Paolo Gianturco, Head of FinTech & FS Tech – EMEA Blockchain Lab co-leader di Deloitte.

Le principali evidenze sul tema

  • Buona parte dei rispondenti (77%) dichiara di essere consapevole e ben informato sul fenomeno dell’Open Banking, al quale viene attribuito un ruolo di primaria importanza (punteggio medio di 8,3 su una scala 1-10);
  • Il 77% del campione afferma che la propria azienda si sta “attrezzando” per gestire al meglio il fenomeno dell’Open Banking, considerato tra i temi più rilevanti a livello strategico in più di un’azienda su due (57%);
  • Tra i principali vantaggi connessi al tema dell’Open Banking sono stati individuati la possibilità di sviluppare nuovi business (punteggio medio di 7,95 su 10) e quella di incrementare la velocità di innovazione (punteggio medio di 7,70 su 10) mentre tra i principali svantaggi, prevalgono la crescita della competizione (punteggio medio 7,60 su 10) ed i rischi relativi alla sicurezza informatica (punteggio medio di 7 su 10);
  • Le organizzazioni si dimostrano interessate e propense ad attivare collaborazioni con altri player del mercato, in particolare con società FinTech (88% delle collaborazioni avviate). L’84% dei rispondenti dichiara che la propria organizzazione ha già stretto collaborazioni all’interno dell’ecosistema, confermando l’atteggiamento positivo percepito verso la collaborazione;

Intelligenza Artificiale: tra opportunità e timori

Secondo l’83% dei rispondenti - un campione rappresentativo del panorama aziendale, composto da c-level, executive, director e manager – l’intelligenza artificiale diventerà mainstream nel giro di due anni. Diventa quindi fondamentale sfruttare al massimo l’opportunità, dal momento che si prospettano vantaggi in termini di ottimizzazione delle operazioni interne (secondo il 61% dei rispondenti italiani e il 42% a livello globale) e di miglioramento delle performance di prodotti e servizi (come menzionato dal 52% degli intervistati in Italia e il 44% in tutto il mondo).

L’intelligenza artificiale è ritenuta altamente rilevante per la possibilità di creare nuovi prodotti e l’esplorazione di nuovi settori del mercato: inoltre, secondo il 92% degli intervistati, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale permetterà una riduzione dei costi e il 64% ritiene che migliorerà le performance lavorative.

Questo non elimina, però, qualche preoccupazione: il 74% dei rispondenti, infatti, ritiene importante una revisione della regolamentazione in materia, per assicurarsi che lo sviluppo tecnologico prosegua in maniera ordinata
Le principali difficoltà connesse allo sviluppo di progetti di intelligenza artificiale in Italia sono legate a difficoltà di implementazione, gestione dei dati e mancanza di competenze specifiche.

In termini di posizionamento aziendale, il 31% del campione dichiara di essere in una fase di studio, il 46% dichiara di aver avviato delle sperimentazioni, mentre il restante 15% ha già implementato delle soluzioni AI all’interno delle proprie attività.

Blockchain: un interesse crescente

Nata con le cryptocurrencies, la Blockchain è uno dei trend più discussi nel mondo dell’innovazione, confermando il crescente interesse nei confronti di questa tecnologia, che avrà impatti e ripercussioni su moltissime industry, principalmente con obiettivi di aumento di efficienza, trasparenza e sicurezza.

Secondo la ricerca di Deloitte, il principale beneficio al quale viene connessa la tecnologia blockchain è la possibilità di creare nuovi business model e nuove fonti di ricavo. Questo risulta essere, insieme al tema relativo alla riduzione di costi considerato critico da una compagnia su tre, l’unico campo all’interno del quale le compagnie stanno adottando una strategia di azione dettagliata.

Nonostante gli innegabili vantaggi, il mercato della blockchain tarda ad entrare a regime: 1 compagnia su 2 si sta ancora dedicando alla fase di educazione delle proprie risorse, 1 compagnia su 3 dichiara di essere ancora in fase di sperimentazione e creazione di proof of concept, mentre solo 1 compagnia su 5 dichiara di avere in atto lo sviluppo ed implementazione di veri e propri casi d’uso per il proprio business. In Italia, le aziende si ritengono in ritardo rispetto al mercato globale e contano di colmare questo gap entro i prossimi 3 anni.

In Italia, rispetto al resto del mondo, abbiamo una maggiore percezione dell’importanza del tema blockchain: il 93% delle compagnie italiane, contro il 68% a livello globale, ritiene che la non applicazione della tecnologia blockchain influirà negativamente sul proprio vantaggio competitivo; l’85% del campione italiano ritiene che questa tecnologia rivoluzionerà il proprio settore, contro il 59% del campione global.

A livello locale così come a livello globale, la principale barriera d’ingresso risulta essere la regolamentazione (indicata dal 38.5% dei rispondenti) mentre a seguire troviamo la mancanza di competenze adeguate (38%) e la difficoltà nell’implementazione (31%). Al fine di colmare il gap legato a competenze, la maggior parte del campione (il 77%) dichiara di avere in piano l’ingaggio di risorse esterne (consulenti) e l’implementazione di un piano di recruiting mirato (54%).

Per quanto riguarda gli investimenti, la maggior parte delle aziende italiane (il 77%) ha investito ad oggi meno di 500.000€: un livello molto inferiore rispetto quanto riscontrato dal campione globale, cui investimento medio risulta essere tra 1 e 5 milioni di dollari.

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