Il nuovo report Deloitte analizza lo stato dell’arte del settore PU&R in Italia, con approfondimenti specifici su generazione, reti, mercato e fattori abilitanti quali l’Intelligenza Artificiale, le tecnologie verdi e i talenti.
Lo studio offre una lettura approfondita della trasformazione in atto nel settore, costruita attorno alla voce diretta di otto figure di vertice dei principali operatori del mercato: Enel, Eni Plenitude, Edison, Gruppo Hera, Iren, E.On, ERG e Dolomiti Energia. Le loro testimonianze restituiscono esperienze, prospettive e visioni che aiutano a interpretare i cambiamenti in corso e a delineare le priorità strategiche per il futuro.
La trasformazione del Power, Utilities & Renewables è oggi trainata da quattro forze – decarbonizzazione, decentralizzazione, democratizzazione e digitalizzazione – che stanno ridisegnando l’intera catena del valore, dalla generazione al mercato. Per questo motivo le Utility sono chiamate a ripensare le proprie strategie per affrontare le sfide e cogliere le opportunità di questa transizione.
La transizione energetica in Italia passa attraverso una trasformazione del mix di generazione elettrica. Nel 2024, le fonti fossili rappresentano ancora il 51% del mix, ma le rinnovabili raggiungono il 49% (+14,2% rispetto all’anno precedente). Nonostante il processo di decarbonizzazione, le importazioni di energia coprono ancora il 16,3% del fabbisogno nazionale. Un dato che evidenzia come lo slancio delle rinnovabili stia contribuendo alla decarbonizzazione del settore elettrico, ma il loro impatto sull’autonomia energetica nazionale sia ancora contenuto.
In questo contesto, la stabilità dei ricavi diventa essenziale per attrarre investimenti, attraverso incentivi (FER X), contratti a lungo termine (PPA) ed Energy Release 2.0, mentre il Capacity Market resta cruciale per garantire sicurezza e flessibilità al sistema.
La rete elettrica italiana deve evolversi rapidamente verso un sistema decarbonizzato, digitalizzato e distribuito. Gli investimenti necessari sono ingenti: la Commissione Europea stima oltre 1.200 miliardi di euro entro il 2040, di cui circa il 40% destinato alla trasmissione e il 60% alla distribuzione.
In Italia, gli investimenti nella rete di trasmissione potrebbero sfiorare i 30 miliardi entro il 2040.
Sul fronte distribuzione, i principali DSO nazionali hanno superato i 4,8 miliardi nel 2024 e, in base ai piani già presentati, hanno già previsto una spesa superiore ai 4 miliardi di euro anche nel 2025 e nel 2026. Questi investimenti sono finalizzati sempre più a rafforzare le reti in termini di resilienza climatica, contro gli eventi estremi in forte aumento, e digitalizzazione (smart grid, automazione, AI), una leva strategica da sostenere anche tramite fondi europei e nazionali.
In un mercato sempre più dinamico e competitivo, con tassi di abbandono (churn) in aumento e costi di acquisizione crescenti, gli operatori devono puntare sulla qualità della clientela, privilegiando segmenti a maggiore redditività e alta fidelizzazione. La sfida è trovare un equilibrio sostenibile tra retention e sviluppo del portafoglio. Adottare un approccio customer-centric è la chiave.
Anche per questa ragione, oggi l’offerta evolve da semplice commodity a ecosistema integrato capace di soddisfare una moltitudine di bisogni e consolidare il legame con il cliente nel tempo. In questo percorso, il digitale gioca un ruolo chiave come primo punto di contatto, ma deve trasformarsi in un ponte verso il canale fisico, dove è possibile costruire relazioni più solide e aumentare il valore del – e per il – cliente.
Le tecnologie green sono una leva strategica per un’economia competitiva e le Utility hanno un ruolo centrale nel rendere queste tecnologie accessibili a cittadini, imprese e territori. Servono però processi autorizzativi snelli, un quadro regolatorio stabile e una filiera nazionale rafforzata.
L’Intelligenza Artificiale, pur aumentando il consumo energetico, è un abilitatore fondamentale per ottimizzare produzione, distribuzione e gestione dell’energia.
Infine, senza talenti qualificati e leadership diffusa, l’innovazione non può decollare. Investire nel capitale umano è la chiave per guidare con successo la rivoluzione del settore.
Il nostro studio mostra come l’Italia abbia fatto progressi concreti nella decarbonizzazione, con una crescita sostenuta delle rinnovabili. Tuttavia, l’aumento della dipendenza energetica dall’estero evidenzia la necessità di accelerare lo sviluppo delle infrastrutture di rete e dei sistemi di accumulo, indispensabili per garantire sicurezza e resilienza del sistema elettrico nazionale.
Una trasformazione di questa portata richiederà a sua volta investimenti notevoli, sostenuti da strumenti di policy efficaci e stabili, ma anche il superamento di una serie di ostacoli che, se non affrontati con decisione, potrebbero rallentare il ritmo della transizione. Inoltre il 42% dell’import arriva dalla Francia, che ha un mix di generazione molto accentuato sul nucleare e questo rende quanto mai attuale la necessità di un confronto a livello nazionale su condizioni e tempi per un eventuale ritorno del nucleare in Italia.
Claudio Golino, Energy, Resources & Industrials Industry Leader
Le Utility italiane sono oggi chiamate a un cambio di passo. Oltre a incrementare la capacità produttiva da rinnovabili, occorre sviluppare modelli di investimento sostenibili e selettivi, facendo leva su strumenti come PPA e incentivi pubblici. Solo così sarà possibile coniugare competitività economica, stabilità dei ritorni e sicurezza energetica. Non va dimenticato inoltre che nei prossimi 10 anni, la domanda elettrica nazionale potrà raggiungere i 400 TWh, con una crescita trainata sia dall’incremento della domanda “naturale”, sia dal processo di elettrificazione, che sposterà verso il vettore elettrico consumi tradizionalmente soddisfatti da altre fonti.
Enrico Ferraresi, Power, Utilities & Renewables Sector Leader
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