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Design Economy 2023: Economia del Design in Italia

L’economia del Design: una fotografia dell’Italia e dell’Europa

Report in collaborazione con Fondazione Symbola e Poli.Design

Nel pieno di una transizione verde e digitale, il design è chiamato a dare forma, senso e bellezza al futuro. Stiamo assistendo a una vera metamorfosi della mobilità (verso modelli condivisi, interconnessi ed elettrici), dei processi di decarbonizzazione e dell’economia circolare che stanno cambiando l’industria e le relazioni di filiera. In un contesto di risorse sempre più scarse, i prodotti dovranno necessariamente essere riprogettati per diventare più durevoli, riparabili e riutilizzabili.

Italia e Europa a confronto


Nell’ultima rilevazione Eurostat, nell’Unione Europea risultano attive 222.390 imprese di design, un dato in crescita del +5,3% rispetto la precedente indagine. Italia, Germania, Francia e Spagna nel complesso rappresentano il 48,0% delle imprese dell’Unione Europea. In particolare, l’Italia si conferma il Paese europeo con il maggior numero di imprese attive nell’ambito del design (36 mila), che offrono occupazione a 63 mila lavoratori e generano un valore aggiunto pari a 2,94 mld. Questo settore, ancora molto frammentato, è composto prevalentemente da liberi professionisti e micro o piccole imprese, con un’alta concentrazione nelle aree di specializzazione del Made in Italy e nelle regioni Lombardia, Piemonte, Emilia – Romagna e Veneto.

Design e transizione ecologica: sostenibilità motore della crescita


Come per altri settori, anche per quello del design il tema della sostenibilità è rilevante: ben l’87,4% dei soggetti intervistati ne sottolinea l’importanza nei progetti in corso, quota che arriva al 96,5% nel caso delle piccole-medie imprese. A questa centralità corrisponde una consapevolezza diffusa nei livelli di competenza, considerati alti o medi dall’86,9% degli intervistati, con una accentuazione per le organizzazioni di maggiore dimensione. Restando in tema di competenze, le più diffuse sono quelle relative al design per la durabilità, il design per il riciclo, il design per il disassemblaggio e il design strategico per la sostenibilità.

Formazione e lavoro


È prioritario mettere in atto azioni di rafforzamento delle competenze manageriali e imprenditoriali, che consentano alle organizzazioni di continuare a crescere e rispondere alle grandi trasformazioni dell’economia. La risposta degli istituti di formazione e delle università a queste nuove esigenze non tara ad arrivare. Nell’accademico 2021/2022 hanno attivato corsi di studio in discipline del design 91 istituti, 10 in più rispetto la precedente rilevazione (tra università e altri tipi di istituti). Per un totale di 303 corsi di studio, distribuiti in vari livelli formativi e in diverse aree di specializzazione.

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