All'interno del quadro divigilanza bancaria dell'Unione Europea (Capital Requirements Regulation, CRR), il Danish Compromise (DC) prevede un trattamento eccezionale per gli investimenti azionari nelle controllate assicurative effettuati da gruppi bancari. In sintesi, il Danish Compromise consente un trattamento favorevole delle partecipazioni assicurative nei requisiti patrimoniali di una banca, offrendo un quadro di supporto per la costituzione e l'espansione dei conglomerati finanziari.
Secondo questo approccio, invece di consolidare completamente le controllate assicurative secondo le normative bancarie, le banche hanno due opzioni:
Il Danish Compromise è stato oggetto di consultazioni in corso tra banche e autorità di regolamentazione. Interpretazioni recenti emesse dall'Autorità Bancaria Europea (“European Banking Authority” or “EBA”) hanno, ad esempio, aperto la strada alla potenziale applicazione del cosiddetto Danish Compromise Squared (DC2), ovvero la duplice applicazione della regolamentazione qualora una controllata assicurativa di una banca realizzi un investimento azionario. Questa interpretazione potrebbe aprire nuove opportunità di M&A nel settore bancario dell'UE, come nel caso dell'acquisizione recente di AXA Investment Management da parte di Cardif, la controllata assicurativa di BNP Paribas, che ha segnato la prima applicazione del DC2 nell'Unione Europea.
L'analisi di Deloitte esamina l'ambito di questa misura, distinguendo la sua applicazione tra conglomerati finanziari e istituzioni finanziarie non classificati come conglomerati. Illustra inoltre le condizioni che le istituzioni devono soddisfare per beneficiare della misura, nonché gli aggiustamenti tecnici incorporati nei metodi di deduzione.