Deloitte Global Gen Z and Millennial Survey 2025
L’uso della GenAI diventa normalità per GenZ e Millennial italiani mentre la preoccupazione per i nuovi conflitti supera il timore per la disoccupazione, entrando nella top 3 delle grandi questioni globali da affrontare insieme al caro vita e al cambiamento climatico. Questi alcuni dei trend che emergono dalla quattordicesima edizione della GenZ e Millennial Survey, lo studio globale di Deloitte condotto su oltre 23 mila Gen Z e Millennial di 44 Paesi in tutto il mondo.
Come ogni anno la GenZ e Millennial Survey di Deloitte ci permette di sintonizzarci con il sentiment dei più giovani. Quest’anno, dunque, si confermano alcuni dei fenomeni già visti negli anni scorsi, come l’attenzione all’inflazione e l’impegno per la sostenibilità, ma emergono anche due nuovi elementi molto significativi: la preoccupazione per la complessa situazione geopolitica e l’uso ormai quotidiano dell’Intelligenza Artificiale Generativa.
Fabio Pompei, Ceo di Deloitte Italia
Il costo della vita rimane la prima preoccupazione sia per la Gen Z italiana (37%) che per i Millennial (39%). Circa 6 giovani su 10 dichiarano di vivere di stipendio in stipendio e temono di non riuscire a raggiungere la pensione con un livello di benessere economico soddisfacente, una percentuale superiore alla media globale di circa 20 punti percentuali. La protezione dell’ambiente è indicata come seconda grande questione dal 28% dei Gen Z e dal 25% dei Millennial. In terza posizione, invece, emerge il timore per i conflitti in corso – una preoccupazione che riguarda un intervistato italiano su quattro e che riflette l’inasprirsi delle tensioni geopolitiche a livello mondiale.
Abituati al mondo dei social e di internet, i GenZ e i Millennial si dimostrano molto aperti alle novità tecnologiche legate all’AI e alla GenAI. In Italia, infatti, sia la Gen Z che i Millennial intervistati dichiarano di utilizzare comunemente GenAI per la creazione di contenuti e l'analisi dei dati. Così, il 73% della Gen Z e il 73% dei Millennial italiani afferma che la GenAI ha liberato tempo e ha migliorato il work-life balance. Il 71% della Gen Z e il 76% dei Millennial italiani pensa che la GenAI abbia migliorato la qualità del proprio lavoro. Consapevole degli enormi cambiamenti in corso, il 62% della Gen Z e il 67% dei Millennial sta già considerando opportunità di lavoro meno vulnerabili all’automazione, mentre il 55% dei Millennial e il 61% dei Gen Z pensa che l’AI potrebbe comportare una riduzione dei posti di lavoro.
Sono numerose le funzioni per cui Gen Z e Millennial italiani fanno ricorso alla GenAI, a conferma della crescente integrazione di questi strumenti nelle attività quotidiane e professionali. Secondo quanto dichiarato dagli intervistati, i giovani italiani utilizzano la GenAI per la creazione di contenuti (39% Gen Z, 37% Millennial), per l’analisi dei dati (36% Gen Z, 39% Millennial), per il project management (33% Gen Z, 30% Millennial), per lo sviluppo di software (31% Gen Z, 30% Millennial), per il design e la creatività (27% Gen Z, 24% Millennial), per la formazione (26% Gen Z, 28% Millennial) e per il supporto clienti (25% Gen Z, 25% Millennial).
Interrogati sulle loro priorità nella vita, il 67% dei Gen Z e il 69% dei Millennial italiani confermano che gli amici e la famiglia rimangono la cosa più importante in assoluto. Tra i fattori più rilevanti per il loro senso di identità c’è poi il lavoro, che è importante per il 55% dei Millennial e per il 45% dei Gen Z italiani – un livello più alto della media globale, che si assesta al 41% per i Gen Z e al 46% per i Millennial. Sopra la media globale anche l’importanza attribuita dagli italiani alle attività culturali (Gen Z globali e Millennial globali al 36% vs Gen Z italiani al 40% e Millennials italiani al 38%) e all’esercizio fisico (importante per il 28% dei Gen Z italiani e per il 26% dei Millennials italiani).
Dalla ricerca emerge che la Gen Z, a livello globale, dà priorità alle opportunità di crescita professionale e di formazione nella scelta di un datore di lavoro, mentre solo il 6% aspira a ricoprire posizioni dirigenziali di alto livello. Sia la Gen Z che i Millennial, inoltre, si aspettano che i loro datori di lavoro e manager supportino l’apprendimento e lo sviluppo, ma dichiarano un ampio divario tra le loro aspettative e le esperienze reali. Rimane importante l’attenzione al work-life balance e alla salute mentale, che sono due delle grandi eredità del periodo pandemico ritenute imprescindibili dai più giovani.
I Gen Z e i millennial di tutto il mondo hanno iniziato il loro percorso professionale all'ombra di una pandemia globale e di una crisi finanziaria – eventi che, chiaramente, hanno plasmato le loro aspettative sul lavoro e le loro priorità nella vita. In continuità con gli anni precedenti, emerge che queste generazioni danno priorità all'equilibrio tra vita lavorativa e vita privata e al purpose. Attenti alle novità tecnologiche, GenZ e Millennial stanno anche rivalutando le competenze di cui hanno bisogno per il mondo del lavoro del futuro, consapevoli del grande impatto potenziale che l’AI e la GenAI avranno in futuro.
Paolo Galletti, People & Purpose Leader di Deloitte Italia
Il 73% dei Gen Z e il 68% dei Millennial intervistati in Italia, rispetto al 65% della Gen Z e al 63% dei Millennial a livello globale, affermano di essersi sentiti preoccupati o ansiosi per l'impatto ambientale nell'ultimo mese. Per proteggere il pianeta, quindi, Gen Z e Millennial italiani sono disposti ad agire concretamente. Tra le azioni che hanno intrapreso o che sono disposti a intraprendere ci sono l’acquisto di un veicolo elettrico, il miglioramento della propria casa per renderla più sostenibile e un uso attento dell’acqua. Il 33% dei Gen Z e il 25% dei Millennial, inoltre, dichiara di aver condotto ricerche sulle politiche ambientali delle aziende prima di acquistarne prodotti o servizi. E c’è anche chi (14% Gen Z e 10% Millennial) ha lasciato il proprio lavoro o in futuro potrebbe lasciarlo (24% Gen Z e 23% Millennial) perché preoccupato del suo impatto ambientale.