In un contesto in cui le organizzazioni sono chiamate a gestire cambiamenti continui, pressioni competitive crescenti e l’accelerazione senza precedenti delle tecnologie emergenti, la capacità di evolvere i modelli organizzativi e di leadership non è più un’opzione: è un’urgenza strategica.
Secondo l’ultima edizione della ricerca Global Human Capital Trends 2025 di Deloitte, una delle più ampie analisi globali sul futuro del lavoro, oltre il 60% delle aziende riconosce la necessità di ripensare radicalmente i ruoli manageriali, l’Employee Value Proposition e i meccanismi di engagement. In Italia, emerge con forza un dato chiave: il 78% delle aziende segnala un disallineamento tra le competenze presenti nella workforce e quelle richieste dal mercato, con impatti concreti sulla produttività e sull’acquisizione dei talenti.
In questo scenario, l’intelligenza artificiale – in particolare l’intelligenza artificiale generativa (GenAI) – non è solo un supporto operativo, ma una leva strategica per ridisegnare il futuro del lavoro, restituendo centralità al potenziale umano.
Le aziende così come i lavoratori stanno vivendo una nuova epoca guidata dallo sviluppo tecnologico e dal processo di digitalizzazione del mondo del lavoro. L’intelligenza artificiale rappresenta un alleato strategico per vincere questa sfida, ma al contempo può creare tensioni tra l’organizzazione e i dipendenti. In questo contesto, la leadership deve essere in grado di trasformare tali tensioni in successi, gestendole non come conflitti da risolvere ma come stimoli per innovare e crescere.
Matteo Zanza, Human Capital Leader di Deloitte Central Mediterranean
Il 64% dei leader italiani (66% a livello globale) ritiene che i ruoli manageriali debbano essere ripensati in chiave strategica, abilitati dall’intelligenza artificiale per concentrarsi meno su attività amministrative e più sullo sviluppo delle persone, sulla valorizzazione delle competenze e sull’adozione di nuovi modelli di lavoro.
In questa nuova configurazione, i manager diventano orchestratori del cambiamento, capaci di integrare algoritmi e cultura, dati e relazioni. La GenAI abilita questa trasformazione permettendo una gestione del lavoro più predittiva, personalizzata e basata su insight in tempo reale.
Skill gap: un problema sistemico, un’opportunità trasformativa
L’Italia registra un divario tra competenze e ruoli disponibili nel 78% dei casi, rispetto al 43% della media globale. Questo scollamento non riguarda solo il reperimento dei talenti, ma anche l’incapacità dei lavoratori di accedere a esperienze formative significative.
Colmare il gap di esperienza richiede un cambiamento da parte delle organizzazioni, passando da un focus rigido sull’esperienza pregressa a un approccio più flessibile che valorizzi il potenziale, le competenze trasversali e l’apprendimento continuo. L’intelligenza artificiale può aiutare a colmare il gap di esperienza creando programmi di sviluppo mirati ed altamente customizzati (microformazione), simulando esperienze reali attraverso la generazione di scenari realistici, casi di studio o simulazioni, mappando competenze e potenziale, automatizzando compiti di basso valore per lasciar spazio all’apprendimento.
Motivazione personalizzata: l’AI come leva di engagement umano
Per il 64% degli intervistati italiani la personalizzazione della motivazione viene vista come tassello fondamentale per sbloccare la performance umana, migliorare l’engagement, la produttività e la retention. La leadership del futuro dovrà essere in grado di ascoltare, interpretare e rispondere alle esigenze individuali in tempo reale.
La GenAI permette di scalare questa capacità, offrendo esperienze su misura per ogni dipendente, attraverso l’analisi di comportamenti, preferenze e performance. L’adozione di tecnologie generative, se guidata da un framework etico e trasparente, può rafforzare il senso di appartenenza e creare una relazione reciprocamente vantaggiosa tra azienda e persona.
Employee Value Proposition: ridefinire i valori in ottica “Human in the loop”
Per il 64% degli intervistati italiani, l’offerta di valore al dipendente (EVP) è destinata a cambiare profondamente, modellata dalla collaborazione crescente tra persone e AI. Le organizzazioni dovranno costruire una proposta coerente con il nuovo modo di lavorare: ibrido, aumentato, dinamico.
Questo significa introdurre benefici evolutivi che non si limitano a flessibilità e wellbeing, ma includano anche opportunità di crescita potenziate dalla tecnologia, ambienti inclusivi e modelli di leadership condivisa.
Agilità e stabilità: un equilibrio necessario per prosperare
In un contesto di incertezza strutturale, le organizzazioni devono saper bilanciare la stabilità desiderata dai lavoratori con l’agilità necessaria per innovare. A livello globale, il 66% degli intervistati evidenzia questa esigenza. In Italia, la consapevolezza è più bassa (47%), ma in rapida crescita.
È compito dell’HR e del top management definire nuovi modelli di governance del lavoro che sappiano offrire sicurezza psicologica e al tempo stesso favorire il cambiamento continuo, soprattutto nei settori ad alta intensità operativa come il retail e i servizi.
Una trasformazione culturale oltre la tecnologia
L’intelligenza artificiale è un alleato strategico per creare una relazione più sana e vantaggiosa tra organizzazioni e persone, ma per costruire un business sostenibile nel lungo periodo è necessario un cambiamento culturale profondo: le persone dovranno essere in grado di collaborare con l’intelligenza artificiale, integrando l’innovazione nel loro lavoro quotidiano in modo consapevole e responsabile; le organizzazioni, invece, dovranno ripensare la governance e le metriche di valutazione per creare nuovi casi di valore che possano portare benefici sia per il business, sia per le persone.
Matteo Zanza, Human Capital Leader di Deloitte Central Mediterranean
La trasformazione richiederà uno sforzo congiunto tra domanda e offerta: da un lato, i lavoratori dovranno acquisire nuove competenze e adattarsi alle tecnologie emergenti; dall’altro, le aziende dovranno abilitare ambienti di lavoro che valorizzino il potenziale umano aumentato e promuovano una crescita condivisa. I dati degli HC Trends 2025 delineano con chiarezza lo scenario futuro: per restare rilevanti, le organizzazioni dovranno saper integrare AI e umanità, tecnologia e identità, stabilità e adattabilità.
Chi saprà abbracciare questa complessità con visione e leadership, sarà in grado non solo di affrontare il cambiamento, ma di guidarlo.
DELOITTE
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