Silvio Savaresi

Sono interessato alle innovazioni tecnologiche che possano migliorare la nostra quotidianità in chiave sostenibile, e in questa storia vorrei parlarvi dell’inquinamento nelle nostre città.

In Italia oltre 70.000 persone all’anno, tra il 2016 e il 2019, hanno perso la vita a causa dell’aria che respiriamo e molte di più soffrono di malattie evitabili con una qualità dell’aria migliore⁽¹⁾.

Nel rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA), si stima che, in Europa, la mortalità prematura dei bambini, delle bambine e minori annualmente sia di 1200 a causa dell’inquinamento atmosferico⁽²⁾, che nelle grandi aree industrializzate sono particolarmente vulnerabili perché esposti fin da subito all’inquinamento, con risultanti difficoltà respiratorie, allergie, formazione di patologie croniche e problemi di sviluppo dell’apprendimento. Nella popolazione adulta oltre a malattie respiratorie, l’inquinamento sembra aumentare il rischio di Alzheimer⁽³⁾, ma l’impatto maggiore e più drammatico riguarda la mortalità annua di cui è responsabile, un vero e proprio problema di salute pubblica.

L’AEA dichiara che “le politiche europee in materia di qualità dell’aria dovrebbero mirare a proteggere tutte le persone, soprattutto le più giovani, che sono le più vulnerabili agli impatti sulla salute dell’inquinamento dell’aria”⁽⁴⁾, ma a lato pratico si sta ritardando l’adozione di queste politiche per le resistenze legate alla difficoltà di adozione per le implicazioni che questo comporta. Come ormai noto il traffico, il riscaldamento e l'industria sono le principali fonti di inquinamento atmosferico variabile in base al livello d’industrializzazione⁽⁵⁾, con impatti per i paesi emergenti sollevando temi nuovi come la giustizia ambientale.

Ma noi, come cittadini e genitori, cosa possiamo fare per i nostri figli di fronte a questi scenari nella vita quotidiana?