Secondo l’ultimo Outlook Salute Italia, al sistema sanitario italiano viene generalmente riconosciuta la capacità di aver retto le pressioni date dall’emergenza pandemica, preservando il valore del servizio svolto verso comunità e cittadini.
Entrando nel dettaglio: la “pagella” supera nuovamente la soglia della sufficienza, con un voto di 6,6 alla sanità pubblica e un 7,3 a quella privata. Una valutazione positiva in ambito pubblico riguarda in particolare la qualità dei servizi di emergenza e il rapporto con il medico di famiglia e il pediatra. Il giudizio più severo riguarda invece le liste di attesa per ricoveri, diagnostica e visite specialistiche. A livello geografico, sussiste ancora un divario Nord-Sud, con una qualità percepita inferiore al meridione, soprattutto nella sanità pubblica rispetto alla privata.
A prescindere dal merito dei giudizi, ciò che emerge è una polarizzazione della percezione: calano infatti le valutazioni neutre a favore di quelle di chi ritiene che il sistema sanitario sia migliorato o peggiorato rispetto all’anno precedente. È il segnale di un’attenzione cresciuta verso la qualità della sanità, frutto di una maggiore esposizione mediatica a causa della pandemia.
Nel Report, si evidenzia anche in questa edizione il rischio di una disparità nella fruizione dei servizi sanitari: visite specialistiche, esami e servizi di prevenzione restano più utilizzate tra le fasce di reddito più alte. Le più basse dichiarano invece di rinunciare più spesso a cure mediche per sé o per un famigliare: il 40% contro il 19% della fascia più alta. Su questo divario incidono soprattutto motivazioni economiche. Il 45% degli italiani ritiene inoltre che in futuro dovrà ricorrere maggiormente a spese “di tasca propria” per accedere a questi servizi.
La digitalizzazione costituisce una delle principali aree di trasformazione del sistema sanitario, in particolare nella relazione medico-paziente attraverso interazione online: 1 su 2 dichiara infatti di aver avuto accesso nell’ultimo anno a un referto medico via e-mail (o portali), prenotato una prestazione sanitaria o comunicato con il proprio medico tramite canali digitali. In parallelo, 1 su 3 dichiara di utilizzare dispositivi di monitoraggio o smartwatch.
Ma su questo versante restano comunque margini di crescita: la metà degli intervistati ammette ad esempio di avere una conoscenza ancora vaga della telemedicina.
Il sistema salute sta vivendo alcuni cambiamenti anche al di fuori del digitale. Meriteranno infatti sempre maggiore attenzione altri fattori, tra cui le modalità di fruizione dei servizi sanitari sempre più a domicilio o in farmacia, influenzate anche dagli effetti dell’evoluzione pandemica. Inoltre, la conoscenza di strumenti complementari a supporto della spesa sanitaria privata, come le polizze sanitarie, resta abbastanza diffusa, anche se 2 italiani su 3 non ne hanno mai sottoscritto una.