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Aerospazio: Next Gen Eu e Space Economy leve di crescita fondamentali per le imprese innovative italiane

Il 2022 sarà l’anno in cui le aziende del settore aerospaziale e della difesa si concentreranno sulla ricostruzione dei flussi di redditività, sull’ottimizzazione delle operation e sulla riorganizzazione delle reti di fornitura, per servire una domanda di mercato sempre più esigente e mutevole. Sarà un anno di grande cambiamento: le prospettive di crescita per il comparto italiano nel 2022 rimangono positive, anche a livello locale grazie agli investimenti pubblici, in particolar quelli riconducibili al piano “Space Economy”, al budget pluriennale dell’Unione Europea e a “Next Generation EU”. Con la graduale ripresa del settore A&D e la necessità di preservare il vantaggio tecnologico del nostro Paese, le aziende italiane stanno reindirizzando i propri sforzi sull'innovazione, finalizzata allo sviluppo di nuove tecnologie, sulla ricerca e creazione di nuovi mercati e, in generale, sull’espansione delle opportunità di crescita – anche in modo inorganico. Sostenere lo sviluppo tecnologico, produttivo ed occupazionale in un settore trainante dell’economia italiana e ad alta intensità di R&S (circa 10% del fatturato)[1] è un imperativo categorico. Date le caratteristiche specifiche del tessuto industriale italiano, la crescita del comparto passa inevitabilmente dal partenariato pubblico-privato e dall’adozione di un approccio ecosistemico, fondato sulle logiche dell’open innovation, attraverso cui garantire un rapido ed efficace processo di trasferimento tecnologico e un supporto alle imprese innovative.

In merito al piano di rilancio europeo Next Generation EU, il governo italiano ha deciso di stanziare circa 2,3 miliardi del Recovery Fund a supporto della transizione digitale del settore con un focus particolare sul miglioramento delle tecnologie satellitari di osservazione della Terra e l’economia spaziale. Data la natura delle tecnologie aerospaziali (dual-use), sono attese anche ricadute indirette, ma positive, sul comparto della difesa in primis e sulla società a 360 gradi poi. Affinché si generino tutti i suddetti benefici e aumenti l’effetto moltiplicatore dell’industria sul nostro PIL (oggi stimato a 2,6), è cruciale coordinare le azioni con quelle previste per la formazione tecnico-scientifica. Rispetto all’utilizzo delle risorse del PNRR, rimane un elemento di criticità: la scelta del governo Draghi di dare attuazione a parte dei progetti PNRR avvalendosi del supporto tecnico-ammnistrativo dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), per quanto riguarda i programmi relativi al settore dell’osservazione della terra e dell’accesso allo spazio, per un importo complessivo di circa 1,3 mld.

Inoltre, il 2022 sarà un anno di grande importanza per la Space Economy con budget governativi a livello mondiale compresi fra 86,9 miliardi e 100,7 miliardi di dollari e un numero di satelliti attivi in orbita sempre maggiore (+74% yoy nel 2021 – 4.838). L’Italia, il sesto Paese nel mondo per spese spaziali in relazione al PIL (0,06% nel 2019)[2], uno dei nove dotati di un’agenzia spaziale con un budget di circa un miliardo di euro[3] e terzo contribuente dell’ESA (680 milioni di euro)[4], si conferma uno dei principali candidati per essere protagonista a livello mondiale non solo per la presenza di una filiera completa di settore ma anche grazie ai fondi del PNRR (1,49 miliardi di euro) e del piano strategico nazionale “Space Economy” (4,7 miliardi di euro).

Deloitte ha identificato tre leve alla base della crescita delle opportunità connesse alla space economy:

  • La riduzione dei costi d’accesso all’orbita terrestre bassa (LEO) grazie ad una crescente apertura verso l’industria privata attraverso offerte sempre più competitive, incentivi di varia natura e contratti basati sulle prestazioni. Se negli anni ‘60, il costo d’accesso si collocava poteva superare i $100.000 per Kg, oggi si è ridotto drasticamente fino a raggiungere i $1.500 per chilogrammo[5].
  • La crescente miniaturizzazione dei satelliti e la diffusione dei nanosat (i.e. quei satelliti di massa compresa fra 1 e 10 kg), che possono essere lanciati in orbita a minor costo oppure, ceteris paribus, è possibile lanciarne in numero maggiore – ad esempio, il record attuale è di 143 minisatelliti con un unico lancio[6]. Inoltre, tali satelliti risultano di fondamentale importanza per eseguire missioni spaziali potenzialmente non percorribili tramite satelliti singoli ma dove lo “sciame” svolge un ruolo fondamentale: si pensi, ad esempio, alle possibilità aperte dalle costellazioni di satelliti in ambito di telecomunicazione, geolocalizzazione e remote sensing. Infine, un grande vantaggio di questa tecnologia risiede nella maggiore facilità di produzione “in serie” e di un “time-to-market” più rapido – vantaggi riconducibili alla diffusione di un approccio modulare ed “ecosistemico” alla loro produzione, allo sviluppo di standard e architetture condivisi, alla crescente automazione e ad un’integrazione hardware / software più semplice ed efficace.
  • La crescente importanza del progresso tecnologico, specialmente nell’ambito della prototipazione rapida e dei servizi spaziali. La digitalizzazione sta diventando a tutti gli effetti un forte elemento di differenziazione in questo settore. Un ruolo di primaria importanza sarà svolto sempre più dai “Digital Thread”, che garantiscono la possibilità di avere una vista digitale integrata lungo tutto l’intero ciclo di vita del prodotto, riducendo le distanze fra il mondo fisico e quello digitale. In aggiunta, le tecnologie di “additive manufacturing” (fra cui la stampa 3D) saranno sempre più implementate in quanto fonte di efficienza lungo tutto il ciclo di produzione. Il Cloud computing nelle sua varie declinazioni insieme alle “operations as-a-service”, invece, rappresenteranno il prerequisito abilitante una transizione verso nuovi modelli completamente digitali in grado di diversificare le fonti di generazione di ricavi, di garantire maggiori livelli di efficienza interna e favorire la collaborazione a livello di ecosistema.

[1] Centro Studi Internazionali, “Investire nell’industria della difesa italiana: una garanzia per il mondo postCovid”, giugno 2020

[2] School of Management – Politecnico di Milano, “Osservatorio Space Economy 2021”, gennaio 2022

[3] Agenzia Spaziale Italiana, “Bilancio di previsione 2022”, gennaio 2022

[4] ESA, “Budget 2022”, gennaio 2022

[5] Aerospace Security Project, “Space Launch to Low Earth Orbit: How Much Does It Cost?”, settembre 2020

[6] Ansa, “In orbita 143 mini satelliti con un unico lancio, è record”, gennaio 2022