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La Direttiva UE sulla Trasparenza Retributiva

Un’occasione per rafforzare la collaborazione tra HR e rappresentanze dei lavoratori

La Direttiva europea sulla trasparenza retributiva (UE 970/2023, “la Direttiva”), introduce un cambiamento importante nel mondo del lavoro, puntando su equità e chiarezza nella definizione delle retribuzioni e delle organizzazioni. Oltre agli obblighi tecnici, come la misurazione del divario retributivo tra uomini e donne, la normativa valorizza il ruolo delle rappresentanze dei lavoratori, rafforzando il dialogo con le funzioni HR.

In questo approfondimento analizziamo le principali novità introdotte dalla Direttiva e le implicazioni pratiche per le aziende, con un focus sul ruolo centrale che avranno le rappresentanze sindacali. Non può escludersi che, in fase di recepimento, possano essere indicate dalla normativa locale altre diverse forme e organismi di rappresentanza dei lavoratori.
 

Il ruolo delle parti sociali nell’impianto della Direttiva

La Direttiva attribuisce ai rappresentanti dei lavoratori un ruolo decisivo nella progettazione e attuazione della trasparenza retributiva all’interno dell'organizzazione aziendale. Di seguito uno sguardo più da vicino agli articoli chiave della Direttiva che disciplinano questa nuova dinamica.

Secondo l'Articolo 4 della Direttiva, i datori di lavoro sono tenuti a costruire strutture retributive che facilitino la comparazione tra lavori uguali o di pari valore, utilizzando criteri obiettivi e neutrali rispetto al genere. Questi criteri obiettivi e neutrali devono essere concordati con i rappresentanti dei lavoratori.

Il temine “concordati” lascia intendere un potenziamento del ruolo di queste parti sociali, al quale il datore di lavoro non può presentarsi impreparato. È possibile che, in sede di recepimento della Direttiva, sia richiesto dai rappresentanti dei lavoratori qualcosa di più della semplice informativa sui sistemi esistenti; un coinvolgimento attivo, piuttosto, nella definizione dei criteri di valutazione del lavoro, delle strutture di classificazione e della stessa definizione di "lavoro di pari valore". I responsabili delle Risorse Umane devono essere pronti a impegnarsi in un dialogo significativo e considerare le istanze e le proposte dei rappresentanti dei lavoratori quando progettano e attuano i sistemi retributivi.

Secondo l'Articolo 7 della Direttiva, i rappresentanti dei lavoratori hanno diritto di richiedere, per conto dei dipendenti, informazioni scritte riguardanti i livelli retributivi individuali e i livelli retributivi medi, categorizzati per genere, per gruppi di dipendenti impegnati nello stesso o in un lavoro “di pari valore”. È evidente che l'accesso a tali informazioni – ad oggi per lo più riservate - modifichi significativamente il panorama della trasparenza retributiva. I rappresentanti dei lavoratori, infatti, potrebbero essere potenzialmente autorizzati a esaminare in via del tutto autonoma le pratiche retributive adottate dalle organizzazioni aziendali, anche al fine di individuare eventuali gap retributivi. I responsabili delle Risorse Umane dovrebbero, quindi, considerare e valutare in anticipo come dare riscontro queste richieste. È importante pensare in anticipo a come e quali informazioni condividere, quanto tempo conservarle, dove reperire i relativi dati, ecc. Se il processo non viene disegnato e strutturato in anticipo, un'organizzazione può anche rischiare la diffusione non autorizzata delle informazioni retributive all’interno dell'azienda (con ulteriori rischi sotto il profilo della diffusione di dati personali e dalla disciplina in tema di privacy).

Come stabilito nell'Articolo 9, il datore di lavoro è tenuto a consultare i rappresentanti dei lavoratori per verificare l’esattezza delle informazioni utilizzate nei calcoli del divario retributivo, da comunicare successivamente all’Organismo di Monitoraggio previsto dalla Direttiva. Inoltre, i rappresentanti dei lavoratori hanno accesso alle metodologie utilizzate per effettuare il suddetto calcolo. Per adempiere efficacemente a questo ruolo, è quindi probabile che tali rappresentanti debbano essere coinvolti in molteplici aspetti, che possono includere le metodologie utilizzate, mettere in discussione le ipotesi formulate e garantire l'accuratezza dei dati riportati. In questo contesto, avranno il diritto di richiedere chiarimenti e ottenere approfondimenti sulle politiche retributive attuate e da attuarsi e sui fattori che contribuiscono ai divari retributivi. In questo scenario, collaborare con i rappresentanti dei lavoratori può essere non solo utile, ma anche strategico, consentendo di ridurre la probabilità di feedback negativi dopo che il rapporto è stato finalizzato e pronto per il rilascio, soprattutto considerando le scadenze stringenti previste.

Tra le novità più significative introdotte dalla Direttiva, l’Articolo 10 riconosce il diritto dei rappresentanti dei lavoratori ad effettuare una valutazione congiunta delle retribuzioni con il datore di lavoro quando viene identificato un divario retributivo pari o superiore al 5% e il datore di lavoro non abbia motivato, né corretto tale divario retributivo – in termini non discriminatori. Inoltre, occorrerà comprendere come verranno declinati tali principi in sede di recepimento nella normativa nazionale e tale valutazione non potrà essere un esercizio di stile formale, ma dovrà essere intesa come una vera e propria indagine sulle cause alla base delle disparità retributive in atto (in altri termini, un audit sulla parità retributiva), richiedendo ai datori di lavoro di collaborare attivamente con i rappresentanti dei lavoratori per sviluppare e dare attuazione a soluzioni correttive.

Durante una valutazione congiunta della retribuzione, i responsabili delle Risorse Umane dovrebbero essere pronti a:

  • condividere i dati rilevanti: consentire ai rappresentanti dei lavoratori un accesso ai dati retributivi, alle valutazioni sul lavoro, ai dati delle revisioni delle prestazioni e alle informazioni ritenute rilevanti, anche in prospettiva correttiva del divario retributivo;
  • impegnarsi in un'analisi collaborativa: lavorare in sinergia con i rappresentanti dei lavoratori per analizzare i dati, identificare i fattori che hanno potenzialmente generato il divario retributivo ed esplorare soluzioni potenziali da implementare;
  • sviluppare piani d'azione concreti: collaborare attivamente per sviluppare piani d'azione concreti per affrontare eventuali disparità retributive ingiustificate, delineando passaggi specifici, tempistiche e responsabilità.
Implicazioni strategiche e opportunità per le Risorse Umane

Il ruolo ampliato e decisivo affidato dalla Direttiva ai rappresentanti dei lavoratori rappresenta per i responsabili delle Risorse Umane delle aziende sia una sfida, che un’opportunità. Ecco come affrontare questo nuovo contesto in ottica strategica:

  • Favorire il coinvolgimento proattivo: stabilire canali di comunicazione chiari, sostenere un dialogo aperto e tenere conto delle istanze dei rappresentanti dei lavoratori nel corso dei progetti di trasparenza retributiva.
  • Prioritizzare la protezione dei dati e la privacy: proteggere la privacy dei dipendenti quando si condividono informazioni retributive, L'anonimizzazione, l'aggregazione e l’utilizzo di piattaforme di condivisione sicura dei dati sono essenziali in ogni fase progettuale.
  • Promuovere una cultura di trasparenza: andare oltre la semplice compliance normativa e coltivare una cultura efficace di trasparenza retributiva. Comunicare apertamente con i dipendenti e i loro rappresentanti, comprendere e affrontare tempestivamente le loro preoccupazioni e dimostrare un impegno concreto verso l'equità.

La Direttiva UE sulla Trasparenza Retributiva rappresenta un momento cruciale nell'evoluzione dell'equità sul posto di lavoro. Considerando e valorizzando il ruolo affidato ai rappresentanti dei lavoratori dalla Direttiva, i responsabili delle Risorse Umane possono affrontare questi cambiamenti in modo efficace, anticipando i tempi, mitigando i rischi e creando un'organizzazione più equa, trasparente e, in definitiva, più di successo.

In Deloitte, comprendiamo che muoversi tra le richieste e le complessità della parità e trasparenza retributiva può essere impegnativo. Il nostro obiettivo è quello di supportare i clienti per aiutarli a superare le sfide che vengono poste dalla Direttiva e permettere loro non solo di retribuire equamente i dipendenti, ma aiutarli, anche, nel dimostrare che lo stanno facendo.

Con la nostra profonda esperienza multidisciplinare in Reward, Legal e Behaviour Change, siamo ben posizionati per essere il tuo partner di fiducia in questo percorso. Contattaci per discutere delle tue necessità e per supportarti nell’affrontare le tue sfide.

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