I ricavi dei club europei di calcio sono cresciuti dell’11% nell’ultimo anno, fino a raggiungere i 28 miliardi di Euro. È quello che emerge dall’Annual Review of Football Finance pubblicata dallo Sports Business Group di Deloitte. L’aumento è trainato dalle leghe europee cosiddette ‘big five’, che nel complesso hanno aumentato i loro ricavi del 6% nel 2017/18, ma anche dal Mondiale FIFA disputato in Russia nel 2018.
Dan Jones, partner e responsabile dello Sports Business Group di Deloitte, ha commentato: "Escludendo l'impatto ciclico delle fasi finali delle competizioni UEFA e FIFA, abbiamo visto una crescita costante dei ricavi in tutti i 18 anni in cui abbiamo analizzato le dimensioni del mercato del calcio europeo. Con le partite di calcio in diretta che rimangono uno degli spettacoli di intrattenimento più ricercati, sia per i partecipanti che per le emittenti televisive, nonché uno dei temi più caldi sui social media, prevediamo che questa crescita continui. Mentre la Premier League continua a fare da battistrada, Spagna e Germania si contendono la seconda posizione. Il campionato tedesco ha scavalcato quello spagnolo grazie all’avvio del nuovo contratto quadriennale per i diritti televisivi".
La Premier League continua a mantenere il suo significativo vantaggio in termini di ricavi rispetto ai suoi rivali più vicini nel 2017/18, avendo generato un totale di 5,4 miliardi di €, erano 5,3 miliardi nel 2016/17. In termini di entrate, la Premier League supera del 72% la Bundesliga. L'avvio del nuovo accordo di vendita collettiva dei diritti televisivi in Bundesliga ha contribuito a un aumento di circa 290 milioni di Euro di ricavi e ciò ha consentito al massimo campionato tedesco di superare la Liga nella classifica delle leghe più ricche al mondo.
Le entrate dei club della Liga hanno sfondato la barriera dei 3 miliardi di Euro per la prima volta, grazie a una crescita del 7% nell’ultimo anno. L'aumento è stato in parte guidato dal terzo trionfo consecutivo della UEFA Champions League del Real Madrid nella stagione 2017/18, in concomitanza con la crescita commerciale del Barcellona, che ha potuto contare su una sponsorizzazione quadriennale della divisa da gioco con Rakuten. Le due potenze del calcio spagnolo hanno conquistato anche i primi due posti nella Deloitte Football Money League 2019.
La Serie A continua a impegnarsi per tenere il passo con la crescita dei ricavi di Inghilterra, Germania e Spagna. Nonostante i ricavi siano aumentati dell'8% (fino a raggiungere 2,2 miliardi di €), ciò non è bastato a ridurre il divario crescente con gli altri campionati top. Gli aumenti dei costi salariali della Serie A sono stati più lenti degli altri campionati "big five" e questo ha portato al più basso rapporto tra salari e ricavi (66%) dalla stagione 2005/06. Nonostante questo, l'acquisto da parte della Juventus di Cristiano Ronaldo e di altri importanti giocatori nella finestra estiva di mercato del 2018 causerà probabilmente aumenti salariali nella stagione 2018/19.
La top league francese, la Ligue 1, si conferma all’ultimo posto dei campionati "big five" (1,7 miliardi di Euro di ricavi complessivi), con riduzioni sia delle entrate da accordi televisivi sia di sponsorizzazioni, compensate però dagli aumenti dei biglietti e di altri introiti commerciali. Il campionato francese dovrà attendere fino al 2020/21 per il prossimo aumento significativo dei diritti televisivi, quando i ricavi aumenteranno di oltre il 55%, fino a raggiungere circa 1,2 miliardi di Euro a stagione, superiore all'attuale valore dei diritti televisivi nazionali della Serie A (1 miliardo di Euro) e simili agli introiti attualmente ricevuti dalla Liga.
Oltre ai campionati di calcio "big five", la Premier League russa (813 milioni di Euro di ricavi) avanza e supera il campionato turco di Süper Lig (731 milioni di Euro) conquistando la sesta posizione tra i campionati europei con maggiori ricavi, grazie ad un nuovo accordo sui diritti televisivi e maggiori entrate dalla vendita di biglietti derivanti dai lavori di rinnovamento effettuati sugli stadi per la Coppa del Mondo FIFA 2018.
La crescita dei ricavi (+ 8%) per le squadre di Serie A (2,2 miliardi di Euro) si registra in tutte le componenti (vendita biglietti, diritti televisivi, sponsorship, altri ricavi commerciali) ma in particolare grazie all'aumento delle entrate commerciali dell’Inter e una crescita dei guadagni da diritti televisivi della Roma che ha capitalizzato il buon andamento in Champions League nella stagione scorsa con un premio UEFA pari a 84 milioni di Euro.
I club italiani hanno registrato una crescita rilevante delle entrate da vendita di biglietti allo stadio, pari al 24%, principalmente a causa di un aumento significativo degli spettatori a San Siro (sia per Inter sia per Milan) e per la grande affluenza di pubblico nelle partite della Champions League della Roma.
A seguito di un processo lungo di trattativa, i diritti televisivi della Serie A per il ciclo triennale iniziato nel 2018/19 sono stati venduti a Sky Italia e DAZN, con una crescita limitata dei ricavi del 3% rispetto al ciclo precedente. La vendita dei diritti televisivi internazionale a IMG, invece, prevede una crescita di introiti molto più significativa, pari a 150 milioni di Euro a stagione a partire dalla stagione 2018/19.
L'effetto "CR7" sui ricavi dei club italiani si vedrà per la prima volta nei risultati del 2018/19, ma il suo arrivo alla Juventus ha già mostrato i primi segnali: aumento delle presenze allo stadio, aumento del seguito sui social media e crescita delle vendite da merchandising; andrà verificato se questo si tradurrà in un impatto finanziario significativo.
L’aumento della spesa per gli ingaggi in Serie A è stata molto ridotta: sette club hanno diminuito il monte ingaggi nel 2017/18 e la spesa totale è aumentata solo del 5%.
Il 2017/18 mette in evidenza, per i club italiani, un utile operativo combinato di oltre 50 milioni di Euro, il miglior risultato nella storia di questa pubblicazione. Più della metà dei club della Serie A ha registrato un utile operativo, in netto miglioramento rispetto allo scorso anno; tale risultato dimostra che i club italiani sono in grado di raggiungere la sostenibilità finanziaria dopo un lungo periodo di difficoltà.