Nel nostro Paese esistono ancora oggi degli ostacoli importanti che vanno superati, quando si parla di donne e lavoro. Solo a dicembre del 2020 l’Istat ha registrato 101 mila occupati in meno rispetto al 2019: di questi 99 mila sono donne. In tutto il 2020 su 4 posti di lavoro andati in fumo 3 sono stati persi da donne.
Una situazione preoccupante che, non a caso, Mario Draghi ha evocato nel suo discorso di inizio mandato e ricordato anche l’8 marzo, parlando di parità di genere.
“La mobilitazione delle energie femminili, un non solo simbolico riconoscimento della funzione e del talento delle donne, sono essenziali per la costruzione del futuro della nostra nazione”, ha dichiarato il Presidente del Consiglio, aggiungendo che “azioni mirate e profonde riforme sono necessarie per coinvolgere pienamente le donne nella vita economica, sociale e istituzionale del Paese.”
Policy sempre più attente alla inclusione e valorizzazione delle donne che vanno esattamente nella direzione tracciata dal nostro Ceo Global, Renjen Punit. Fin dall’inizio del suo mandato, infatti, Punit ha voluto investire molte energie per rendere la nostra cultura interna più inclusiva, ma anche per migliorare la rappresentanza delle donne a tutti i livelli dell’organizzazione, dalla base fino ai vertici dei ruoli di leadership, con specifici programmi di mentorship rivolti alle nostre professioniste.
Ed è in questa ottica che, in occasione dell’8 marzo, abbiamo avuto il piacere in Deloitte Italia di ospitare un workshop sui bias di genere: un momento di riflessione per smontare alcuni stereotipi che resistono, anche se invisibili, all’interno della nostra cultura e che tendono a penalizzare le donne anche nei contesti lavorativi. In un’azienda un ruolo cruciale può essere svolto dal cosidetto “AllyShip”, ovvero dal lavoro di squadra tra uomini e donne, con gli uomini in prima fila come “alleati” delle donne nel favorire la valorizzazione del loro talento.
Ma oltre al grande impegno che mettiamo per rendere sempre più inclusivo il nostro ambiente di lavoro, ci sono alcuni programmi interni che, ancora più concretamente, vanno in aiuto delle donne durante uno dei momenti più delicati della loro carriera: la maternità. Come dimostrano i dati dell’Istat[1], il fattore maternità incide in maniera decisiva sui gender gap salariali, reddituali e di leadership in Italia. A parità di competenze, infatti, uno dei fattori che contribuisce a rallentare le carriere delle donne o che le spinge a uscire dal mercato del lavoro è la maternità e, più in generale, la difficoltà a conciliare il lavoro con la famiglia.
Per questo, in Deloitte Italia è nato D-MUMs, un programma pensato per le neo-mamme che vogliono reinserirsi nei team di lavoro lasciato prima della maternità. Una misura pensata per garantire la continuità nel percorso di carriera delle donne che, spesso, dopo un lungo periodo di congedo, hanno difficoltà a reinserirsi nel contesto lavorativo. Va nella stessa direzione il gruppo Parents @ Deloitte, una comunità per tutti i genitori di Deloitte, in cui mamme e papà possono confrontarsi e condividere il loro percorso genitoriale insieme agli altri professionisti di Deloitte.
Infine, vogliamo fare sempre di più per incentivare le ragazze ad appassionarsi al mondo della tecnologia e della scienza. Come dimostrano i dati raccolti dalla prima indagine dell’Osservatorio della nostra Fondazione Deloitte, le ragazze iscritte a percorsi universitari Stem sono una minoranza, eppure non sono meno brave dei loro colleghi maschi (si laureano più in fretta e con una votazione media finale più alta). Se non vogliamo disperdere il loro talento e le loro capacità dobbiamo lavorare sempre di più per avvicinarle al mondo Stem e renderle protagoniste delle professioni del futuro, che saranno sempre più legate alle competenze tecnico-scientifiche.