Un sistema alimentare globale sostenibile può eliminare la denutrizione per 300 milioni di persone. Nonostante la complessità della sfida, infatti, è possibile affrontare i bisogni di una popolazione in crescita, far uscire più persone dal ciclo della denutrizione e allo stesso tempo decarbonizzare il settore agricolo e il sistema alimentare. È quanto emerge dal nuovo report di Deloitte Turning point: feeding the world sustainably pubblicato durante la COP29 di Baku.
Per nutrire il mondo in modo sostenibile, entro il 2070 sarebbe necessario limitare il riscaldamento al di sotto dei 2°C, producendo al contempo il 40% di calorie in più per nutrire una popolazione globale prevista di circa 10 miliardi di persone. Secondo il rapporto, una trasformazione globale e sostenibile del sistema alimentare potrebbe portare a soddisfare i bisogni nutrizionali minimi di altri 1,6 miliardi di persone entro il 2070.
Secondo lo studio quasi una su cinque delle calorie extra prodotte verrebbe fornita nelle regioni del mondo in cui la fame è più diffusa e potrebbe sostenere altri 300 milioni di persone altrimenti denutrite. Se nello stesso periodo le emissioni del sistema alimentare globale diminuiranno di circa due terzi, questi risultati potrebbero anche aumentare il prodotto interno lordo globale di 121 trilioni di dollari.
Significativi, invece, i rischi dell'inazione climatica: senza un immediato intervento, il cambiamento climatico incontrollato potrebbe costare all'economia globale 190 trilioni di dollari tra il 2025 e il 2070. A causa di questa inazione, i danni previsti dal cambiamento climatico potrebbero ridurre il valore delle industrie di produzione alimentare primaria (come le colture, l'allevamento, i prodotti lattiero-caseari e la pesca) di 13 trilioni di dollari in termini di valore attuale. Questi impatti potrebbero ripercuotersi su tutto il sistema alimentare, con i settori della produzione alimentare e dei servizi alimentari che si prevede diminuiranno di valore di circa 12 trilioni di dollari in questo periodo.
L'analisi sfrutta il modello D.Climate di Deloitte per valutare la fattibilità individuale e collettiva di cinque soluzioni proposte, che vanno dallo sfruttamento dei miglioramenti tecnologici e dell'innovazione accelerata per migliorare la produzione agricola, alla riduzione delle emissioni globali. A complemento della modellizzazione economica, il rapporto mette in luce anche casi di studio che illustrano come alcune di queste soluzioni sostenibili stiano già migliorando efficacemente l'approvvigionamento alimentare globale.