Ciao sono Michela, Climate Champion di Audit&Assurance, ho 28 anni e sono una grande appassionata di sport e nutrizione sostenibile. Il mio profondo interesse verso il mondo delle sneakers è nato dopo due infortuni sportivi in preparazione ad una maratona, dove ho appreso l'importanza di allenarsi con scarpe adeguate alle proprie caratteristiche strutturali ed esigenze funzionali. Da qui, negli anni ho sviluppato un expertise a partire dal design, dall’utilizzo dell’analisi di materialità, alla performance sportiva.
Nel 2022, il mercato globale delle sneaker è stato valutato a circa 73 miliardi di dollari (1) e si prevede una crescita dei volumi del 16,7% nel 2023. Un life cycle assesment condotto dal Massachusetts Institute of Technology (3) ha rivelato che un paio di scarpe da corsa genera circa 13,6 chilogrammi di emissioni di CO₂ (equivalenti a un uso continuato di una lampadina da 100 watt in una settimana). Per esperienza personale da runner e appassionata di sport credo che il motivo principale dell'utilizzo della plastica sia legato alla durabilità, uno dei fattori decisivi per l’acquisto insieme alla performance, nonostante l’utilizzo di materiali come la plastica le abbia rese più leggere e comode. Inoltre, le sneaker sono tipicamente cucite e incollate in modi intricati che le rendono difficili da disassemblare e riciclare.
Per di più, la produzione delle sneaker è suddivisa in stagioni con molte release. Pertanto, l'insostenibilità può essere intrinseca all'industria, alimentata anche dalla cultura dell'hype nel gergo degli sneakerheads (chi colleziona sneakers che commercia per hobby).
Tuttavia, la sostenibilità è al centro di idee rivoluzionarie sull'uso dei materiali e nella produzione che sempre più designer, imprenditori e ricercatori stanno portando avanti. Alcune aziende stanno ponendo la sostenibilità al centro del loro modello di business adottando tecniche di riciclo, usando nuovi biomateriali (ad esempio la buccia di mela al posto della pelle), implementando condizioni di lavoro eque nelle loro fabbriche in linea con le regole dell'ILO (International Labour Organization), creando rapporti più trasparenti con i fornitori. Giganti dell’industria stanno puntando sempre più su partnerships per realizzare scarpe innovative e sostenibili. Alcuni professionisti del settore suggeriscono inoltre di diffondere un modello basato su pre-ordini (4) per estirpare i problemi connessi a vendite con crescite esponenziali guidate dal mercato del resale.
È difficile immaginare un momento della storia recente in cui le sneaker non abbiano dominato l’industria dei beni di consumo. Un tempo simbolo degli atleti, oggi sono diventate icone culturali.
Per me allacciarmi un paio di sneaker non solo completa un outfit, rappresenta anche un modo per esprimere la mia identità.
Dal mio punto di vista la sostenibilità è senza alcun dubbio il vero driver per il futuro dell’industria delle sneaker. Occorre però ricollegarla al desiderio di ricostruire le connessioni personali che un tempo definivano la sneaker culture. Le compagnie che riusciranno ad abbracciare ed integrare questo nuovo modello di sustainable belonging saranno quelle che vedremo rifiorire nei prossimi anni.
1. https://www.statista.com/outlook/cmo/footwear/sneakers/worldwide
2. https://www.worldfootwear.com/yearbook.html
3. https://news.mit.edu/2013/footwear-carbon-footprint-0522
4. https://futurevvorld.com/footwear/preorder-release-model-footwear-sneakers-pros-cons-matt-halfhill-jacques-slade-drew-hammel-fabian-gorsler-interview/
Scopri le storie della community di professionisti e professioniste di Deloitte che contribuiscono a diffondere la conoscenza della strategia WorldClimate e a sensibilizzare sugli importanti temi della sostenibilità e della lotta al cambiamento climatico.