Innovazione, coesistenza digitale-fisico, iper-personalizzazione, rafforzamento dei rapporti tra pubblico e privato, spinta allo slow tourism. Sono queste le priorità per far ripartire il mondo del turismo, messo a dura prova dalla pandemia e alle prese con tante incognite anche per i mesi che verranno. Ma senza dimenticare le esigenze dell’uomo, che dovrà rimanere al centro di nuove proposte di valore. Passato questo momento di trasformazione, quando si potrà tornare al turismo come lo conoscevamo, l’aspetto tecnologico non dovrà prevaricare e sostituire quello umano, ma anzi ne sarà un necessario completamento, arricchimento e supporto, semplificando l’accesso e la fruizione di certi servizi o attrazioni turistiche. La digitalizzazione e la creatività possono infatti essere un mezzo con il quale il turismo si avvicina sempre di più al cittadino. In sintesi, l’innovazione è la stella polare per il rilancio del turismo, attraverso investimenti in un ecosistema tutto italiano, fatto di startup, PMI e nuove soluzioni alimentate da programmi di Open Innovation e Trasferimento Tecnologico, dove Ricerca, Business Communities e Pubblico collaborano attivamente per trovare soluzioni innovative accessibili a tutti gli operatori turistici e in linea con i bisogni di sicurezza e di personalizzazione dei turisti stessi. Il Next Generation Fund costituisce un’opportunità senza precedenti per invertire la rotta e stimolare il turismo, partendo dai pilastri di innovazione e sostenibilità: l’Italia – patria del turismo eccellente - ha tutte le carte in regola per farlo con successo e proporsi come leader di un rinnovato turismo negli scenari europei e globali.
Grazie all’innovazione, il mondo della cultura e del turismo non si sono fermati nemmeno durante il lockdown totale, ma hanno assistito alla nascita di numerose iniziative digitali. In uno slancio di virtualizzazione, molti musei si sono “trasferiti” online, affiancando la “canonica” visione delle opere con un’offerta di servizi aggiuntivi interattivi. Tuttavia, il trend del futuro non potrà essere totalmente virtuale: il denominatore comune delle nuove proposte di valore è la coesistenza di digitale e fisico, dove il digitale potenzia o abilita la parte esperienziale. Infatti come emerso dalla ricerca presentata nel corso dell’Innovation Summit 2020 solo il 13% degli intervistati dichiara di preferire la fruizione di servizi in modalità totalmente digitale per musei, cinema, spettacoli teatrali, mentre il 44% del campione è favorevole a un modello ibrido.
Il turismo è uno dei pilasti fondanti dell’economia italiana e del suo celebre Made in Italy e, come segnalato anche dall’ultima bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, nel “new normal” sarà necessario puntare sulle potenzialità del Paese in termini di bellezza paesaggistica e patrimonio culturale. Bisognerà riattivare i flussi turistici, non solo quelli internazionali, le cui presenze nel 2019 avevano raggiunto quasi i 218 milioni, ma anche dei turisti italiani - 215 milioni di presenze nel 2019 - proponendo un’offerta nazionale sempre più personalizzabile ed innovativa, ma soprattutto sostenibile e accessibile. Se dunque in una prima fase ci si è occupati di rispondere a una esigenza immediata e recuperare quanto perso a causa delle chiusure, mantenendo una connessione con i turisti e i visitatori, ora è tempo di ripensare il turismo italiano in chiave di innovazione e sostenibilità agendo con un piano strutturato che faccia leva sul Next Gen EU. Questa è la prossima sfida vincere.