Con la progressiva espansione della pandemia COVID-19, emerge in modo sempre più evidente la dimensione globale con cui questa emergenza sanitaria si sta ripercuotendo sul settore automobilistico. L’analisi Deloitte «From Now on: l’automotive da oggi in poi» mostra come questo fenomeno socio-economico senza precedenti stia indebolendo ulteriormente il mercato, accentuando l’andamento negativo delle vendite registrato, a livello globale, a partire dal 2018.
Per comprendere le conseguenze della crisi COVID-19 sul mercato automobilistico, occorre anzitutto distinguere i diversi ambiti della value-chain che sono stati progressivamente coinvolti dal diffondersi dell’epidemia nelle varie regioni del mondo.
Nei primi due mesi dell’anno, l’emergenza sanitaria ha comportato principalmente la chiusura di numerosi stabilimenti produttivi in Cina, generando pesanti ripercussioni sul piano operativo, finanziario e logistico per la maggior parte dei player internazionali. Le case automobilistiche europee ne sono risultate particolarmente coinvolte, alla luce della loro dipendenza dal mercato cinese sia in termini di capacità produttiva che di importazioni di componentistica. Il risultato è stato un vero e proprio shock nella supply-chain internazionale del settore, alimentato da un progressivo esaurimento di materiali, semilavorati ed altri componenti essenziali per la continuità produttiva degli Original Equipment Manufacturer (OEM). Sul fronte della distribuzione commerciale e delle vendite al dettaglio, invece, all’inizio dell’anno gli effetti sono stati prevalentemente limitati al mercato cinese, che a febbraio ha subito un tracollo dell’80% rispetto allo stesso periodo del 2019.
Le ripercussioni della crisi Covid-19 hanno inevitabilmente coinvolto anche l’ambito emergente della mobilità elettrica. La Cina è il principale produttore di batterie al mondo con una quota superiore al 50%, con un netto distacco su Stati Uniti (7%) ed Europa (2%). Il blocco dei suoi stabilimenti ha quindi avuto evidenti conseguenze sulla supply-chain internazionale del comparto, con un’interruzione delle attività produttive a cui si è associata una forte contrazione dei volumi di vendita. Tutto ciò contribuisce a rallentare la crescita di un mercato che in Europa aveva chiuso l’ultimo trimestre dello scorso anno con un tasso dell’80,5%, un dato che è però fortemente influenzato da una dimensione ancora limitata in valori assoluti. In Europa, ad esempio, nel 2019 le immatricolazioni sono state infatti poco più di 1 milione e 356mila unità. Anche per i veicoli elettrici, pertanto, le stime relative al 2020 saranno più contenute rispetto a quanto preventivato fino a pochi mesi fa, ma in ogni caso in aumento.
Con l’auspicabile contenimento futuro della pandemia, e la conseguente ripartenza della domanda di mercato precedentemente soppressa, le imprese della filiera automobilistica dovranno essere pronte a sfruttarne le potenzialità di crescita e sviluppo. Deloitte ha identificato sei aree principali per cui è necessario attivare delle misure strategiche al fine di mitigare e gestire i rischi connessi all’epidemia di Coronavirus: Command Center, Customer Engagement, Digital Capabilities, Business Continuity & Financing, Supply Chain e Talent & Strategy.