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Diego Cartella

I Ghiacciai: testimoni parlanti del cambiamento climatico

Sono Diego Cartella, Senior Staff in Deloitte Consulting e Climate champion. Tra le varie passioni, sia in ambito sportivo che culturale, la montagna e la fotografia sono quelle più preponderanti. Forse perché nascendo e vivendo a Torino ai “Piè dei Monti”, si viene atavicamente attratti dalle Alpi e dalla neve. Da sempre la montagna mi ha chiamato, in qualsiasi stagione, ad andare ad esplorarla e di conseguenza ad amarla.

Estate 2022: la notizia del crollo della Marmolada, ha sorpreso e spaventato. Il riscaldamento globale lo abbiamo non solo sentito con le temperature anomale, ma quel giorno, con un effetto distruttivo ci ha fatto capire che forse non era la solita estate anomala.

La sempre maggiore mancanza di neve mi lascia interdetto ormai da anni, se da bambino anche la città diventava bianca, oggi se nevica, anche a Torino sembra un evento eccezionale. E i ghiacciai? Li potevo ammirare ad occhio nudo e risalirli; oggi quasi scomparsi, altri ridotti a lingue esigue di ghiaccio.

Così da qualche anno, complici l’amore per la montagna, la passione per la fotografia, e la lunga amicizia con due geologici, Marco e Marta, ho sentito la necessità di capire meglio il fenomeno in atto e verificarlo da vicino. Grazie a loro sono stato coinvolto nelle attività del Comitato Glaciologico Italiano (CGI), un ente nato a Torino che dal 1895 misura, descrive, disegna, fotografa ed archivia, quanto accade sulle nostre montagne in termini glaciologici.

Prevedere certi eventi è difficile; sicuramente però i ghiacciai ci stanno dicendo qualcosa. Infatti, il ghiacciaio è un testimone parlante dell’evoluzione geologica legata ai cambiamenti del clima; oltre ai mutamenti visibili, è possibile “misurando” il ritiro e gli spessori glaciali, rilevare anche i mutamenti meno visibili anno dopo anno.

Vi sono varie misure possibili sui ghiacciai alpini, e la ripetizione di queste misure nel tempo, ci può mostrare una tendenza nel loro comportamento. Infatti, sappiamo che il ghiacciaio si alimenta per effetto della trasformazione delle precipitazioni nevose in ghiaccio, poi, per effetto della forza di gravità, le masse glaciali formatesi ad una certa quota, fluiscono verso quote inferiori, e resistono fino alla loro fronte, dove prevale la loro fusione.

Quindi l’osservazione e la registrazione dei cambiamenti glaciali anno dopo anno ci fornisce una traccia degli effetti dei cambiamenti del clima sull’alta montagna, e dei potenziali scenari futuri dell’ambiente alpino.

Si può quindi concludere che lo studio dei ghiacciai ci offre il quadro della situazione indispensabile anche a capire come comportarci in montagna e le conseguenze dell’aumento della temperatura. E di conseguenza a metterci al riparo dai rischi. Ma potrebbe anche convincerci che occorre fare qualcosa per limitare il riscaldamento globale in atto, agendo sulle cause che lo determinano.

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